Disagio nell’infanzia e nell’adolescenza

Spesso i bambini e gli adolescenti manifestano il loro disagio in tre contesti principali: famiglia, scuola, amicizie. Non sempre i segnali sono chiari e ben visibili . Quando le manifestazioni sono meno evidenti non significa che il disagio sia meno grave e che il bambino o l’adolescente soffra di meno. Ecco alcuni esempi dei possibili segnali di disagio più frequentemente riscontrabili nella tre aree sopra elencate:

Area e manifestazioni 

Ambito scolastico 

  • Difficoltà negli apprendimenti
  • Difficoltà a sostenere l’attenzione e necessità di muoversi in continuazione
  • Oppositività verso le regole scolastiche
  • Difficoltà emozionali nel sostenere prove e verifiche
  • Fobia della scuola

Ambito familiare 

  • Difficoltà nell’addormentamento e discontinuità del ritmo sonno-veglia
  • Oppositività e scarsa ubbidienza alle regole genitoriali
  • Difficoltà ad allontanarsi dalla madre o dal padre
  • Problemi nel rapporto con il cibo  (non mangia o mangia troppo)
  • Problemi fisici in assenza di riscontro clinico
  • Rifiuto di uscire di casa

Ambito delle relazioni interpersonali 

  • Difficoltà a creare e mantenere le amicizie con i coetanei
  • Rapporto problematico con i compagni di scuola
  • Comportamenti aggressivi e di prepotenza
  • Isolamento o ritiro sociale

E’ stato stimato che il disturbo da deficit di attenzione e iperattività affligge il 3-5% della popolazione in età scolare e che il fenomeno dei problemi di condotta e aggressività sia in evidente aumento. Disturbi meno evidenti ma altrettanto invalidanti, come i disturbi d’ansia di separazione,  i disturbi alimentari, le somatizzazioni, paure e fobie, rischiano se non riconosciuti e gestiti di cronicizzare e di compromettere il normale svolgersi delle tappe evolutive. Studi clinici hanno dimostrato che un tempestivo sostegno alla genitorialità e interventi semplici ed efficaci sul bambino e sull’ambiente scolastico possono cambiare il percorso evolutivo alterando o anche invertendo le previsioni di psicopatologia. L’intervento psicoterapeutico cognitivo-comportamentale per l’età evolutiva è semplice e di facile comprensione per la famiglia, il bambino e/o l’adolescente. La sua peculiarità è di attribuire importanza alle esperienze di attaccamento,  alle emozioni, ai pensieri e alle relazioni tra la sofferenza del bambino e le risposte e le ripercussioni dall’ambiente che lo circonda. A seconda del problema e della gravità del disturbo la terapia cognitivo-comportamentale prevede una serie di interventi secondo i protocolli che più si sono dimostrati efficaci, coinvolgendo il bambino ed intervenendo sullo stile genitoriale.

A cura di Franco Baldini

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Disturbi del comportamento alimentare

I Disturbi del Comportamento Alimentare (DCA)  sono classificati tra le malattie mentali  e rientrano nell’area di competenza della psicopatologia, pur presentando più zone di intersezione con altri settori della medicina. Per questo motivo richiedono interventi coordinati di specialisti diversi (psichiatra, psicoterapeuta, medico). Tali disturbi alimentari sono caratterizzati da un comportamento alimentare che appare alterato e costituisce il sintomo centrale di una condizione che deve essere giudicata patologica per la sofferenza e l’invalidità che produce.

I disturbi del comportamento alimentare sono così  suddivisi:

Anoressia nervosa è il rifiuto di mantenere il peso corporeo al di sopra del peso minimo normale. Intensa paura di acquistare peso o di diventare grassi , anche quando si è sottopeso. 

Ci sono sue sottotipi di Anoressia nervosa:

  • Tipo restrittivo: durante l’episodio di Anoressia nervosa la persona non presenta frequenti abbuffate  o condotte di eliminazione (per es. vomito autoindotto, uso inappropriato di lassativi, diuretici o enteroclismi).
  • Tipo bulimico: durante l’episodio di Anoressia nervosa la persona presenta regolarmente abbuffate e condotte di eliminazione (per es. vomito autoindotto, uso inappropriato di lassativi, diuretici o enteroclismi)

Bulimia nervosa è caratterizzata da ricorrenti episodi di “abbuffate” seguiti dall’adozione di mezzi inappropriati per controllare il peso , come il vomito autoidotto , l’uso di lassativi, diuretici o altri farmaci; il digiuno o l’attività fisica praticata in maniera eccessiva. Caratteristica essenziale comune ad entrambi i disturbi, Anoressia nervosa e Bulimia nervosa, è la presenza di una alterata percezione del peso e della propria immagine corporea.

Ci sono due sottotipi di Bulimia nervosa:

  • Con condotte di eliminazione: durante l’episodio di Bulimia nervosa la persona presenta regolarmente vomito autindotto o uso inappropriato di lassativi, diuretici o enteroclismi.
  • Senza Condotte di eliminazione: durante l’episodio di Bulimia nervosa la persona presenta regolarmente altri comportamenti compensatori inappropriati, quali digiuno o l’esercizio fisico eccessivo ma non si dedica regolarmente al vomito autoindotto o all’uso inappropriato di lassativi, diuretici o enteroclismi.

Disturbo da Alimentazione incontrollata: è caratterizzato da ricorrenti episodi di abbuffate con perdita di controllo in assenza delle regolari condotte compensatorie inappropriate tipiche della bulimia nervosa.

La categoria Disturbi dell’alimentazione non altrimenti specificati  include quei disturbi dell’alimentazione che non soddisfano i criteri di nessun specifico disturbo dell’alimentazione.

A cura di Franco Baldini