Da domani sarò triste

Da domani sarò triste, oggi no

Da domani sarò triste, da domani

Ma oggi sarò contento.

A che serve esser tristi, a che serve?

Perché soffia un vento cattivo?

Perché dovrei dolermi oggi, del domani?

Forse il domani è buono, forse il domani è chiaro

Forse domani splenderà ancora il sole

E non vi sarà ragione di tristezza, da domani.

Ma oggi sarò contento e ad ogni amaro giorno

“Da domani” dirò “sarò triste” oggi no.

Matele Gazeta Zyalaska

A cura di Franco Baldini
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I disturbi del Comportamento Alimentare

I Disturbi del Comportamento Alimentare

L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) segnale che i disturbi del comportamento alimentare rappresentano un problema di salute pubblica in costante crescita nei Paesi industrializzati. I primi sintomi dei DCA insorgono in età evolutiva e, secondo la letteratura scientifica, il tasso di prevalenza tende ad aumentare, mentre l’età di insorgenza tende sempre più ad abbassarsi (Favaro et al. 2009), coinvolgendo la fase della preadolescenza.

Quando si parla di Disturbi del Comportamento Alimentare si tende a pensare maggiormente ad Anoressia e Bulimia ma negli ultimi anni è da prendere in considerazione anche l’emergente problema della diffusione del disturbo da alimentazione incontrollata (Binge Eating) e dell’obesità; quest’ultima è una condizione medica ma attualmente, in alcuni paesi, costituisce uno dei più grandi problemi di salute pubblica. L’obesità è stata considerata troppo spesso solo una malattia medica con origini metaboliche e genetiche, e pensata per essere trattata dalla medicina somatica, includendo il trattamento dietetico, farmacologico o chirurgico ed escludendo erroneamente quello psicologico. I disturbi alimentari se non trattati in tempi e con metodi adeguati, possono cronicizzare e compromettere significativamente sia la qualità di vita che la salute.

L’adolescenza rappresenta una fase esposta al rischio di incorrere in una di queste problematiche, i disturbi alimentari rappresentano proprio un agito sul corpo, una parziale difesa nei confronti dell’elaborazione mentale, veicolo preferenziale per comunicare e mostrare un disagio psicologico. Nella patologia del comportamento alimentare il cibo viene svuotato della sua funzione di nutrire, fino a diventare oggetto di rifiuto ostinato ed espressione di conflitti e tensioni familiari. L’anoressia e la bulimia sono diventati, negli ultimi decenni, il disagio femminile per eccellenza, il modo in cui si esprime di preferenza un conflitto sepolto nelle profondità dell’anima.

Da sempre il corpo rappresenta un campo privilegiato di indagine, auto-riflessione ed analisi. Attraverso l’accettazione del proprio corpo si sviluppano durante la fase adolescenziale l’auto-conoscenza e l’auto-accettazione, determinanti per una piena e positiva maturità. Il corpo possiede caratteristiche peculiari che lo rendono facilmente oggetto di considerazioni, critiche e influenze culturali: in primo luogo è tramite immediato nel contatto con il mondo, facilmente visibile e prima parte ad essere conosciuta dagli altri; in secondo luogo si modifica visibilmente e costantemente durante la nostra vita, rendendo pubbliche quelle fasi di cambiamento estreme che ci conducono dalla nascita, all’infanzia, all’adolescenza, fino all’età adulta e alla vecchiaia.

Riconoscere i primi segnali ed intervenire tempestivamente favorisce una prognosi migliore.

La terapia cognitivo-comportamentale è indicata per il trattamento dei disturbi del comportamento alimentare.

Laura Rigobello

A cura di Franco Baldini

Non preoccupart…

Citazione

Non preoccuparti di ciò che sarà l’intera tua vita. Non darti pensiero per quali e quante prove hai sostenuto e ti toccherà ancora di sostenere, ma per ognuna che ti si presenterà chiedi a te stesso: che cosa c’è di tanto intollerabile e insopportabile in questo? E ti vergognerai a confessarlo. Ricordati poi bene che ad opprimerti non sono né il futuro né il passato, ma sempre il presente. E questo si riduce a ben poca cosa, se soltanto lo isoli e rimproveri il tuo intelletto ogni volta che pensa di non poterlo affrontare, pur ridotto entro limiti così ristretti.

Marco Aurelio

A cura di Franco Baldini