Homework: un’antologia di prescrizioni terapeutiche

A cura di Franco Baldini

Prima parte

Una settimana è formata  da 168 ore. Nel tipico formato della terapia cognitivo- comportamentale, si prevede un colloquio settimanale della durata di circa un’ora. Anche in terapie che prevedono 3 o 4 incontri alla settimana, la sproporzione tra le ore di terapia e le altre ore di vita è impressionante. Sperare che una, o comunque poche ore, di semplice colloquio possano contrastare abitudini oramai consolidate, insegnare capacità mancanti, modificare motivazioni, correggere pregiudizi circa se stessi, il mondo e il futuro è probabilmente irrealistico.

Le patologie che caratterizzano la maggior parte dei nostri pazienti sono costitute da circoli viziosi. Niente è più deprimente della depressione. Gli attacchi di panico strangolano come una tagliola che si serra sempre di più; l’impedimento dei movimenti  rende sempre più difficile non solo l’uscire , ma anche concepire l’autonomia o desiderare la libertà. Le soluzioni messe in atto ieri, ovvero l’isolamento progressivo del depresso, o l’evitamento di ogni situazione ritenuta pericolosa, rendono oggi sempre più gravi depressione e agorafobia. Gran parte delle patologie che affrontiamo sono in fondo situazioni di equilibrio. Si tratta di equilibri precari e dolorosi, inefficaci strategie volte a evitare guai peggiori che comunque rendono sempre più difficile la  sopravvivenza. Sicuri nella loro patologia, molti dei nostri pazienti chiedono di essere curati, ma in fondo hanno paura di guarire. A volte si propongono obiettivi eccessivi, per poi fallire e rimanere nella loro rassicurante condizione patologica.

Francesco Rovetto

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Disturbi del comportamento alimentare

I Disturbi del Comportamento Alimentare (DCA)  sono classificati tra le malattie mentali  e rientrano nell’area di competenza della psicopatologia, pur presentando più zone di intersezione con altri settori della medicina. Per questo motivo richiedono interventi coordinati di specialisti diversi (psichiatra, psicoterapeuta, medico). Tali disturbi alimentari sono caratterizzati da un comportamento alimentare che appare alterato e costituisce il sintomo centrale di una condizione che deve essere giudicata patologica per la sofferenza e l’invalidità che produce.

I disturbi del comportamento alimentare sono così  suddivisi:

Anoressia nervosa è il rifiuto di mantenere il peso corporeo al di sopra del peso minimo normale. Intensa paura di acquistare peso o di diventare grassi , anche quando si è sottopeso. 

Ci sono sue sottotipi di Anoressia nervosa:

  • Tipo restrittivo: durante l’episodio di Anoressia nervosa la persona non presenta frequenti abbuffate  o condotte di eliminazione (per es. vomito autoindotto, uso inappropriato di lassativi, diuretici o enteroclismi).
  • Tipo bulimico: durante l’episodio di Anoressia nervosa la persona presenta regolarmente abbuffate e condotte di eliminazione (per es. vomito autoindotto, uso inappropriato di lassativi, diuretici o enteroclismi)

Bulimia nervosa è caratterizzata da ricorrenti episodi di “abbuffate” seguiti dall’adozione di mezzi inappropriati per controllare il peso , come il vomito autoidotto , l’uso di lassativi, diuretici o altri farmaci; il digiuno o l’attività fisica praticata in maniera eccessiva. Caratteristica essenziale comune ad entrambi i disturbi, Anoressia nervosa e Bulimia nervosa, è la presenza di una alterata percezione del peso e della propria immagine corporea.

Ci sono due sottotipi di Bulimia nervosa:

  • Con condotte di eliminazione: durante l’episodio di Bulimia nervosa la persona presenta regolarmente vomito autindotto o uso inappropriato di lassativi, diuretici o enteroclismi.
  • Senza Condotte di eliminazione: durante l’episodio di Bulimia nervosa la persona presenta regolarmente altri comportamenti compensatori inappropriati, quali digiuno o l’esercizio fisico eccessivo ma non si dedica regolarmente al vomito autoindotto o all’uso inappropriato di lassativi, diuretici o enteroclismi.

Disturbo da Alimentazione incontrollata: è caratterizzato da ricorrenti episodi di abbuffate con perdita di controllo in assenza delle regolari condotte compensatorie inappropriate tipiche della bulimia nervosa.

La categoria Disturbi dell’alimentazione non altrimenti specificati  include quei disturbi dell’alimentazione che non soddisfano i criteri di nessun specifico disturbo dell’alimentazione.

A cura di Franco Baldini

Psicoterapia

A cura di Franco Baldini

Secondo il rapporto sulla salute mentale pubblicato dall’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) il numero delle persone affette da disordini Neuropsichiatrici ammonta a circa 450 milioni. Uno studio epidemiologico dell’OMS condotto su 14 centri ha evidenziato una prevalenza dei disturbi mentali del 24%; tra i più frequenti: depressione, ansia e abuso di sostanze.

I problemi psicologici generalmente si affrontano assumendo una terapia farmacologica che da sola raramente risolve il problema poiché tendenzialmente agisce  sui sintomi ma non sulle cause. Un trattamento che integri l’aspetto farmacologico con quello psicologico si è dimostrato più efficace nella maggior parte dei disturbi psichici.

Noi proponiamo una psicoterapia breve, con efficacia ampiamente dimostrata da studi clinici controllati (Gloaguen et al. 1998; Fava et al. 1998, ScottJ. et al. 2003; Jarrett et al. 2001)

Cos’è la Psicoterapia Cognitivo Comportamentale? 

Molti dei nostri problemi emotivi sono influenzati da ciò che pensiamo (pensieri) e da ciò che facciamo (comportamenti) nel presente. Lavorando sul qui e ora i problemi vengono affrontati direttamente e in modo efficace ed efficiente (da 5 a 30 sedute a seconda del disturbo).

Sulla base di questi dati sono state sviluppate procedure di intervento atte ad aiutare le persone con disagio psicologico a modificare i pensieri  e i comportamenti disfunzionali che creano e mantengono tali problemi. Si lavora principalmente sulle inferenze e le valutazioni  che i pazienti fanno su ciò che succede nella loro esperienza. Alla fine di ogni seduta vengono assegnati degli esercizi cognitivi e comportamentali da svolgere a casa che aiutano il paziente a sperimentare e a rinforzare il lavoro svolto con lo psicoterapeuta.

Tra gli scopi della psicoterapia c’è quello di insegnare al paziente a trasformare le proprie emozioni negative disfunzionali quali ansia, depressione, ostilità e senso di colpa in emozioni negative funzionali come preoccupazione, tristezza, irritazione e senso di responsabilità. In questo modo il paziente impara a vivere senza aver paura delle proprie emozioni e a ricercare  un proprio equilibrio, tramite le tecniche apprese durante la psicoterapia.

Per questi motivi la Psicoterapia Cognitivo Comportamentale è riconosciuta dall’OMS e dall’Istituto Superiore di Sanità come terapia elettiva per i disturbi d’ansia, dell’umore e i disturbi alimentari. Molte assicurazioni sanitarie statunitensi rimborsano solo le sedute di psicoterapia cognitivo comportamentale e non quelle di altri approcci.