Il dilemma
Il dilemma
A ridere si rischia di apparire pazzi…
A piangere si rischia di apparire sentimentali…
A cercare gli altri si rischia di rimanere coinvolti…
A esprimere i propri sentimenti si rischia di essere respinti…
A esporre i propri sogni di fronte a tutti si rischia il ridicolo…
Ad amare si rischia di non essere corrisposti…
A continuare, pur con pronostici sfavorevoli, si rischia la sconfitta…
Ma il rischio più grande nella vita è non rischiare nulla.
Quelli che non rischiano nulla non fanno nulla, non hanno nulla, non sono nulla.
E’ possibile che evitino di soffrire, ma non possono…
Imparare, sentire, cambiare, crescere o amare,
Solo chi rischia è libero.
Autore sconosciuto
A cura di Franco Baldini
La Nikefobia
La Nikefobia
Che cos’è la Nikefobia (si pronuncia niche e non naiche, all’americana)? Non è la paura della Nike, nota industria di abbigliamento statunitense. Non riguarda perciò la paura di indossare abbigliamento della Nike, come molti potrebbero erroneamente credere, ma si riferisce a un problema psicologico che è caratterizzato dalla paura di vincere (Nike era la dea alata che nella civiltà ellenica rappresentava la vittoria). Il termine è stato coniato nel 1963 dallo psicologo Ferruccio Antonelli per descrivere questo problema che affligge numerosi sportivi. Nel tennis è un fenomeno molto diffuso. A molti giocatori, dilettanti o professionisti, è capitato più volte di perdere partite ormai vinte (ad es. con il punteggio 6-3, 5-4, 40 a 0). Come mai? Cosa succede nella testa del soggetto, in quel momento? La contraddizione è evidente: si gioca per vincere e quando la vittoria è a portata di mano, si fa di tutto per perdere. Per quanto uno ne sia consapevole non riesce a mettere a segno quegli ultimi punti , anzi quanto più si ripete mentalmente che “deve” concentrarsi, che “deve” vincere, tanto più si agita e tanto meno ci riesce. E’ un po’ come la paura di arrossire: quanto più uno si dice che non “deve” arrossire, tanto più arrossisce. Cosa fare? Il segreto per eliminare la Nikefobia è quello di evitare di ripetersi mentalmente “devo” vincere e invece pensare che si stanno giocando i primi punti del macth, non gli “importantissimi ultimi”. In altre parole, si tratta di allenare la mente a concentrarsi “solo” sul punto da giocare, senza pensare ad altro. Elementare Watson!
A cura di Franco Baldini